Vivi in zona sismica? Le regole che ti salveranno la vita!
Tutta la catena appenninica che, partendo dall’Emilia-Romagna, attraversa da Nord a Sud l’Italia fino ad arrivare in Sicilia è stata fortemente colpita, nel corso dei secoli, da altri eventi sismici. Proprio in queste località è normale attendersi un nuovo evento sismico. Un evento sismico a Cagliari è altamente improbabile. Un terremoto a L’Aquila, a Messina, nella zona dell’Irpinia oppure a Catania è invece certo.
Come posso prepararmi ad un terremoto?
Noi di Prevenzione Terremoto, sulla base di quanto fatto in altri paesi altamente sismici (come la California o il Giappone) diamo semplici indicazioni che possono salvarti la vita in caso di forte sisma. Se vivi in una zona ad alto potenziale sismico. Qui il link diretto.
1.Proteggi il tuo spazio – Proteggi il tuo spazio fissando i mobilialle pareti, togliendo gli oggetti pesanti dai ripiani in alto. Spesso si sottovalutano i pericoli che mobili ed oggetti pesanti costituiscono durante un forte sisma. Guarda il video per capire. Se non sei sicuro, fatti fare una perizia tecnica di casa tua da un ingegnere. Segui i consigli per diminuire il rischio sismico nella propria casa.
2.Crea un piano di emergenza – Pianifica la sicurezza creando un piano di emergenza. Coordinati con i tuoi familiari in modo che tutti sappiano dove ritrovarsi (ad esempio un luogo pubblico conosciuto) dopo un evento catastrofico. Ognuno ha l’obbligo di portarsi in questo punto prestabilito per ricostruire il nucleo familiare.
3.Organizza i materiali di emergenza – Crea facili ed economici ZAINI SALVAVITA. Posizionali dentro casa in luoghi comodi e conosciuti. Ad esempio uno sotto ad ogni letto. Se la tua casa crolla durante un terremoto c’è l’eventualità che i soccorritori impieghino diverse ore a raggiungerti. Potresti aver modo di raggiungere lo zaino che ti permetterà di sopravvivere. Lo zaino deve contenere le cose necessarie a RESISTERE ALMENO 72 ORE sotto le macerie: una bottiglia di acqua minerale, 3 barrette di cereali, occhiali e mascherina contro la polvere, un paio di guanti, un fischietto e una torcia con delle batterie.
4.Ridurre al minimo le difficoltà finanziarie – Riduci al minimo le difficoltà finanziarie organizzando documenti importanti (magari scansionandoli e salvandoli in servizi Cloud), migliorando il comportamento sismico della tua abitazione e prendendo in considerazione un’assicurazione.
5.Accucciati, copriti e resisti – Accucciati in terra, proteggiti e tieni duro quando la terra trema. Segui le indicazioni di questo video.
6.Migliorare la sicurezza – Migliorare la sicurezza dopo i terremoti evacuando l’abitazione, aiutando i feriti e prevenendo ulteriori danni.
7.Riconnetti e ripristina – Ripristina la vita quotidiana ricollegandoti con gli altri, riparando i danni e ricostruendo la comunità. Sperando nelle Istituzioni……
Miki: la ragazza di Osaka che vuole insegnare la prevenzione
Miki: la ragazza di Osaka che vuole insegnare la prevenzione. Si chiama Honoka Miki, ha 18 anni e vive in Giappone nella città di Osaka.
L’abbiamo intervistata scoprendo il suo incredibile amore per l’Italia e la sua sensibilità per la prevenzione del terremoto.
Miki si è detta entusiasta di collaborare con prevenzioneterremoto.it per aiutare gli italiani nell’accrescere la earthquake culture che tanto ci manca.
Nelle sue parole ritroviamo i passi che Prevenzione Terremoto reputa fondamentali, come ancorare i mobili ai muri o organizzare la propria famiglia per la gestione di un sisma di forte intensità.
Leggete questa interessante intervista che racconta il Giappone con gli occhi di una ragazza. Con relativa traduzione in giapponese.
L’intervista a Honoka Miki
–Buonasera Miki. Posso chiamarti Michela?
Certo.
–Quanti anni hai, cosa fai nella vita e dove vivi?
Ho 18 anni e vivo a Osaka, Giappone. Sono una studentessa universitaria e studio psicologia.
–Abbiamo letto, in un articolo su un quotidiano italiano, del tuo amore per L’Aquila. Raccontaci come è nato.
Quando c’è stato un violento terremoto ad Amatrice (24/08/16) era davvero straziante e orribile. Poi ho un sogno: vorrei aiutare i terremotati, soprattutto psicologicamente. Perché le ferite dei terremotati sono profonde e sembra non ci sia nessuno per aiutarli. E la televisione ha detto che c’è stato un violento terremoto anche all’aquila e vorrei dare una mano per L’Aquila, ma non solo. Vorrei aiutare tutti i terremotati del mondo in futuro. Ma comincia dall’aquila.
–Hai vissuto il terremoto del Giappone del 2011? Come lo ricordi?
Sì ho vissuto quelle del 2011 ed anche uno a Osaka di 2018. Nel 2011 ero una studentessa delle elementari ed ero a scuola. Avevo 9 anni. Non c’era luce ed avevo paura ma perché non ero con mia madre.
–Hai vissuto altri terremoti in Giappone?
Sì esatto, quando avevo 16 anni (nel 2018) c’è stato un forte terremoto di magnitudo 6 a Osaka, dove vivo. Stavo per andare a scuola ma ero a casa. Ha tremato quasi 20 secondi, me lo ricordo così. Ma non mi ha lasciato segni interiori particolari.
–Cosa pensi dei terremoti in Italia? Sono più deboli dei vostri ma generano danni incalcolabili oltre che tante vittime…
Secondo me l’Italia deve essere forte come il Giappone perché ci sono tantissimi terremoti. Ma è possibile. In Giappone il concetto di “Bosai” è molto comune. Significa “prevenzioni per i disastri in anticipo”. Ad esempio, abbiamo una borsa con cibo, bevande e vestiti. È necessario quando c’è un disastro. Inoltre, manteniamo i nostri mobili fermi in caso di terremoto. Questo per impedire la caduta dei mobili a causa di un terremoto. Sappiamo come evacuare gli edifici in caso di disastri e dove ricongiungerci. C’è una mappa che prevede danni per i terremoti e alluvioni e possiamo vedere dove evacuare guardando la mappa. So già dove andare se succede un forte terremoto!
–Cosa credi sia necessario fare per evitare così tanti morti in Italia, in caso di un forte terremoto?
Inoltre, l’Italia dovrebbe rafforzare gli edifici. Ho visto cosa è successo sull’isola d’Ischia: gli edifici crollati con un terremoto di magnitudo 4 sono impensabili in un paese con molti terremoti, come l’Italia. L’Italia dovrebbe aumentare la resistenza sismica degli edifici. Tuttavia, gli edifici in Italia sono così belli che arrivano molti turisti. Il motivo per cui il danno si è diffuso ad Amatrice è che gli edifici sono fragili, ma poiché Amatrice ha molti turisti, rafforzare l’edificio non è facile. Quindi penso che sia meglio cambiare prima la cultura dei terremoti in Italia. Dobbiamo rendere l’edificio bello e forte. È possibile rendere un edificio forte e bello, ad esempio Norcia. Tuttavia, significa richiedere agli italiani di spendere soldi per il terremoto e, a tale scopo, è importante che gli italiani agiscano in anticipo. Voglio parlare in Italia della cultura della prevenzione di un terremoto.
–In Giappone avete sistemi di sicurezza che vi salvano la vita?
In Giappone esiste un sistema che può salvare vite umane in caso di terremoto. Si chiama Earthquake Early Warning e il tuo smartphone suonerà 10 secondi prima del terremoto.
In Giappone avete un Dio che pensate vi protegga dal terremoto?
In Giappone perché siamo buddisti. Budda sapeva che lo tsunami sarebbe arrivato dopo il terremoto, quindi ha bruciato i campi per informare gli abitanti del pericolo. I residenti sono stati evacuati ed erano al sicuro.
–Quali sono i tuoi sogni?
Vorrei creare la cultura dei terremoti in Italia. Dopo la laurea, vorrei creare una Onlus per quello. Prima, vorrei insegnare l’importanza di fare qualcosa in anticipo per salvare la vita. È necessario sapere il rischio dei terremoti e dei disastri. Secondo, vorrei aiutare i terremotati psicologicamente. Cioè, vorrei creare i legami tra i terremotati, e vorrei creare un gruppo di auto-aiuto per i terremotati e per chiunque hanno feriti dei terremoti.
La storia dei terremoti che hanno colpito Roma. La Capitale d’Italia stamattina è stata svegliata da una scossa di terremoto. L’epicentro, a Fonte Nuovain una zona sismicamente non pericolosa.
Stamane i romani si sono svegliati con il terrore di una scossa di terremoto. La magnitudo è stata di 3.3 gradi Ritcher ad una profondità stimata a 10km poi rettificata a 7km. Quindi un terremoto abbastanza superficiale.
Molti che erano svegli giurano di aver sentito chiaro il boato prima dell’inizio della scossa. Un sisma non attesa avvenuto in una zona dove non ci sono faglie attive.
In generale Roma si trova in un territorio sismicamente poco attivo ma, vista la sua vicinanza all’appennino centrale, risente spesso degli effetti dei terremoti catastrofici avvenuti nelle aree adiacenti. Spesso, in passato, tali scosse hanno causato crolli, danni ed anche vittime.
Elenchiamo i maggiori terremoti della storia che hanno ferito la città eterna.
Il terremoto a Roma del 1349
Il terremoto del 9 settembre 1349 è stato uno dei più importanti terremoti storici con origine nell’Appennino centrale. Probabilmente è stato l’evento sismico più fortemente risentito a Roma dove arrivò con una Intensità stimata intorno al 7-8° grado della scala MCS.
Nel suo complesso il terremoto interessò un’area molto estesa, area che grosso modo corrisponde al settore di Appennino centro-meridionale compreso tra Perugia e Benevento. Il terremoto è attestato in numerose fonti memorialistiche. Secondo la testimonianza di Matteo Villani (sec. XIV), i danni a Roma furono decisamente consistenti, almeno su alcuni edifici di rilievo: «…i terremoti feciono cadere il campanile della chiesa grande di San Pagolo e la torre del Conte, lasciando in molte parti di Roma memoria delle sue rovine». Petrarca (1351), che si trovava a Roma per il Giubileo del 1350, descrive i danni provocati dal sisma: «Roma è stata scossa da un insolito tremore, tanto gravemente che dalla sua fondazione, che risale a oltre duemila anni fa, non è mai accaduto nulla di simile. Caddero gli antichi edifici trascurati dai cittadini ammirati dai pellegrini, quella torre, unica al mondo, che era detta del conte, aperta da grandi fenditure si è spezzata ed ora guarda come mutilata il proprio capo, onore della superba cima sparsa al suolo; inoltre buona parte di molte chiese e anzitutto di quella dedicata all’apostolo Paolo è caduta a terra la sommità di quella Lateranense è stata abbattuta».
Dopo il terremoto 1349 sembra che Roma ha goduto di una relativa «calma sismica», che è perdurata fino al grande terremoto dell’aquilano del 1703, anno in cui si avvertirono in Roma varie decine di scosse, alcune delle quali causarono danni considerevoli agli edifici e qualche vittima.
Il terremoto a Roma del 1091
Un altro forte terremoto avvenne il 27 gennaio 1091. Una nota del sisma è contenuta in un necrologio dell’XI secolo, conservato in un codice miscellaneo della Biblioteca del British Museum. Il necrologio non fa tuttavia alcuna menzione di danni o crolli.
Il terremoto a Roma del 801
Secondo gli scritti, l’imperatore Carlo Magno si trovava a Spoleto quando avvenne un gravissimo terremoto nella notte del 30 aprile. Sisma che a Roma causò il crollo del tetto della basilica di S. Paolo fuori le Mura.
I terremoti a Roma dall’anno zero al 508
Il Colosseo venne lesionato da un terremoto! A dimostrarlo un’epigrafe, conservata all’interno dell’Anfiteatro Flavio, che attesta restauri all’arena e al podio in seguito a uno «spaventoso terremoto». Tale intervento fu opera del prefetto Decius Marius Venantius Basilius, che lo sostenne a spese personali. Dato che Decius Marius Venantius Basilius fu console nel 484 o nel 508, la data dell’evento risulta incerta. Nel 445 il Colosseo risultava integro in occasione del festeggiamento a Valentiniano III. Nel 519, in occasione di giochi pubblici documentati da fonti coeve, invece il portico già non esisteva più e una parte delle gradinate era fortemente deteriorata, forse proprio a causa di un terremoto avvenuto tra il 484 e il 508.
Ultim’ora: scossa di terremoto 3.3 zona Ascoli Piceno
Ultim’ora: scossa di terremoto 3.3 zona Ascoli Piceno. Stanno arrivando informazioni di una scossa di terremoto avvertita nella zona di Ascoli Piceno.
Ore 13:31 con epicentro sempre Amandola, lo stesso del terremoto di magnitudo 3.6 in data 5 maggio 2020. Profondità 10 km.
Non si hanno ancora notizie riguardo la percezione di un eventuale boato negli attimi precedenti il sisma.
Massima attenzione a farsi trovare preparati ad un sisma seguendo delle semplici regole della sicurezza che possono salvarti la vita. Leggi qui cosa devi fare in caso di sisma.
6 Maggio 1976: il terremoto che inginocchiò il Friuli
6 Maggio 1976: il terremoto che inginocchiò il Friuli. Alle 21:00 una scossa violentissima con epicentro nella zona tra Gemona e Artegna (a nord di Udine). Magnitudo di 6,5. Preceduta da un forte boato avvertito in moltissime zone.
Il terremoto del Friuli venne chiamato dagli abitanti locali con un nome che mette paura: ORCOLAT, l’orco della Carnia che nella tradizione friulana provoca i terremoti. Furono quasi 1000 i morti in 137 Comuni. Una cinquantina quelli più colpiti, soprattutto nel quadrilatero tra Gemona, Venzone, Buja e Majano. In tutto esattamente furono 989le vittime rimaste sotto le macerie.
I danni furono amplificati dalle particolari condizioni del suolo, dalla posizione dei paesi colpiti, quasi tutti posti in cima ad alture, e dall’età avanzata delle costruzioni. I paesi andati distrutti non avevano infatti riportato danni rilevanti nella prima e nella seconda guerra mondiale, a differenza di San Daniele del Friuli che, semidistrutta dai bombardamenti aerei del 1944, aveva dovuto ricostruire gran parte della sua struttura urbana con criteri moderni.
Difficile localizzazione di faglia ed epicentro
C’è stato un lungo interrogarsi sulla posizione esatta dell’epicentro, molto spesso discordanti. Uno degli studi più citati è quello di Aoudia che colloca l’epicentro nel gruppo del monte Chiampon. Secondo lo studio “il terremoto del Friuli del 1976 è da mettere in relazione ad una piega connessa a faglia che evolve da fagliazione cieca sotto le strutture di basamento del monte Bernadia e del monte di Buia, a faglia semi-cieca sotto la struttura neogenica del monte Susans e che finisce nella piega di Ragogna”.
La scossa più forte il 6 maggio 1976 fu seguita da altre scosse molto rilevanti che distrussero quel poco che era rimasto in piedi:
6 maggio 1976: magnitudo 6.5 ore 21:00
11 settembre 1976: magnitudo 5.3 ore 18:31
11 settembre 1976: magnitudo 5.6 ore 18:35
15 settembre 1976: magnitudo 5.9 ore 05:15
15 settembre 1976: magnitudo 6.0 ore 11:21
Ricostruire dov’era e com’era
Negli anni successivi l’orgoglio friulano permise una ricostruzione “dov’era e com’era”, consentita e resa possibile dal decentramento delle decisioni dalle Regioni ai sindaci e mirata al re-insediamento della popolazione nei luoghi in cui viveva prima. La ricostruzione del Friuli dopo il terremoto del 6 maggio 1976 sarebbe diventata un esempio virtuoso.
Studiando la spesso vasta documentazione relativa al periodo precedente al terremoto è stato spesso possibile redarre un Piano Particolareggiato che ebbe come obiettivo la conservazione della materia originale affidando a essa il ruolo di testimonianza della continuità storica. Da una parte la decisione di lasciare visibili le tracce del sisma, dall’altra una fedele ricostruzione delle parti crollate. Esempio mirabile e motivo d’orgoglio, sicuramente quello della ricostruzione di Venzone.
Terremoto vicino Fermo: Amandola epicentro M 3.6. Alle ore 04:05 del 5 maggio 2020 un sisma di magnitudo M 3.6 ha colpito la zona di Fermo. L’epicentro vicino Amandola.
Il terremoto è stato avvertito da molte persone in un territorio ampio che va da Jesi a Teramo.
La zona colpita è sismicamente molto attiva e nota. Vedi qui il suo grado di pericolosità sismica.
La faglia corre da Teramo a Parma, località dove è attualmente in corso uno sciame sismico.
Sicuramente un risveglio movimentato per gli abitanti di Amandola che sanno cosa è il terremoto visto che nel 2016 la zona è già stata fortemente scossa dal sisma di Amatrice.
Conta sempre molto, per chi abita in queste zone, farsi trovare preparati ad un sisma seguendo delle semplici regole della sicurezza che possono salvarti la vita. Leggi qui cosa devi fare in caso di sisma.
Il boato che precede il terremoto è uno degli aspetti scientifici che più terrorizza. Cosa si nasconde dietro il sinistro rumore che spesso anticipa la devastazione?
Ogni terremoto ha una propria storia sismica che lo ha generato e effetti macrosismici unici.
Molte caratteristiche però si ripetono sempre. Sicuramente una delle caratteristiche più spaventose, anche da ricordare, è il rumore del terremoto.
Il rumore che precede un terremoto non è sempre uguale e molto dipende dal grado di impressionabilità di chi lo vive per poi raccontarlo.
A volte è percepito come un rombo, a volte come un cupo boato altre volte come uno schiocco.
Scientificamente il boato è causato dalle onde P, le più veloci generate dal terremoto, che si propagano dall’ipocentro in ogni direzione. Le onde P anticipano di qualche secondo, in funzione della magnitudo e della distanza, l’arrivo delle onde S che scuotono il terreno e sono le principali cause di distruzione. In Giappone si usa la velocità delle onde P per inviare un allarme automatico per avvertire la popolazione dell’arrivo di un sisma.
Quando le onde primarie P dall’ipocentro raggiungono la superficie del suolo, quest’ultimo si comporta come una cassa di risonanza facendo a sua volta vibrare l’aria che ne è in contatto.
La vibrazione del terremoto quindi ha ora due componenti: le vibrazioni che si propagano nel suolo e quelle nell’aria.
Queste ultime, viaggiando mediamente più velocemente di quelle del suolo, raggiungono prima l’orecchio della persona che le percepisce come il rumore del terremoto. Che poi arriva subito dopo.
Esempi storici di “boati” che hanno generato i terremoti
In rete troviamo tantissime registrazioni audio che raccontano il rumore del terremoto.
Questa ricostruzione audio ci racconta il grande sisma Mw9.0 del Giappone, nel 2011. Incredibile come si uniscono bene prima le onde P poi le onde S:
A far chiarezza scientifica è un’interessante studio chiamato “Earthquake sound perception” di Patrizia Tosi, Paola Sbarra e Valerio De Rubeis pubblicato su AGU.
Dallo studio emerge che il suono è un effetto prodotto da quasi tutti i terremoti. Utilizzando un questionario basato sul web sugli effetti dei terremoti che includeva domande relative al suono sismico, si sono raccolte 77.000 risposte per i recenti terremoti superficiali italiani. Un’analisi dell’attenuazione dell’udibilità ha indicato che la diminuzione della percentuale di intervistati che ascolta il suono era proporzionale al logaritmo della distanza epicentrale e dipendente linearmente dall’entità del terremoto, in conformità con il comportamento dello spostamento del suolo.
Il suono è uno degli effetti più comuni riportati durante o immediatamente prima dell’inizio delle vibrazioni del suolo causate dai terremoti. In alcuni casi è stato registrato su nastro, aggiungendo prove per frequenze superiori a 20 Hz poiché la risposta del registratore a nastro scende di solito rapidamente al di sotto di tale valore.
Inoltre, è importante considerare i fattori che influenzano la propagazione del suono nello strato affiorante; come altri come la pressione, le variazioni di temperatura e il vento che influenza la propagazione del suono in tutta l’atmosfera. Altre fonti significative di rumore, in particolare nelle aree urbane, sono oggetti i cui movimenti sono amplificati dall’effetto di superficie libera e dalle loro interazioni non lineari. Inoltre, nelle aree urbane la percezione del suono sismico può essere disturbata dal rumore antropico. Tuttavia, questo aspetto del fenomeno sismico non deve essere trascurato. In effetti, sebbene il suono del terremoto non causi danni, può provocare paura e creare panico.
Perchè gli animali possono sentire prima l’arrivo del terremoto
Dai dati sismometrici sappiamo che i terremoti generalmente irradiano onde sismiche principalmente nella gamma di frequenze da 0,01 a 10 Hz, anche se possono generare frequenze più elevate. Gli umani possono sentire le onde sonore principalmente nell’intervallo da 20 a 20.000 Hz. Il risultato è che solo le onde sismiche con l’intonazione più alta (principalmente) risiedono nell’intervallo di frequenze per l’intonazione udibile più bassa, come confermato dalle registrazioni del suono che accompagnano i piccoli terremoti che indicano che le frequenze dominanti erano nell’intervallo da 5 a 60 Hz. Il risultato spiega perché non tutte le persone nello stesso posto ascoltano suoni sismici e perché alcuni animali fuggono nella paura. Molto dipende dalla sensibilità di un organismo ai toni bassi.
L’udibilità del suono del terremoto quindi è un fenomeno complesso indissolubilmente correlato:
alla fonte dell’evento (geometria, magnitudo, profondità, caduta statica e dinamica dello stress);
al terreno (distanza della sorgente, geologia, struttura di attenuazione e topografia);
all’aria (profilo di densità);
alla presenza di oggetti (edifici e mobili);
a fattori umani (soglia di udibilità e rumore antropico).
Sciame sismico in Sicilia: bisogna preoccuparsi? Lo sciame è in corso da giorni e sta sviluppando terremoti sempre più forti. Sta colpendo zone diverse, da Enna a Bompietro a Troina.
Lo sciame è da considerarsi legato ai fenomeni eruttivi in atto sul vicino vulcano Etna oppure apre nuovi scenari sismici e pericoli futuri?
Il vulcano Etna, il più alto vulcano attivo della placca euroasiatica, sta mostrando una importante attività in queste settimane. Infatti dal 19 aprile 2020 nell’area del “cratere SEC”, spiegano i vulcanologi dell’Ingv di Catania, si evidenzia un’attività stromboliana accompagnata da intenso degassamento.
Nelle ultime ore però, all’attività eruttiva del vulcano, si sta accompagnando uno sciame sismico con il terremoto a Troina oggi, nel territorio dei mondi Nebrodi.
Troina, paesotto ai piedi dei monti Nebrodi, che oggi non è famosa in Italia solo come focolaio del coronavirus in Sicilia.
I monti Nebrodi sono stati investiti negli anni da diversi terremoti distruttivi. Il più recente dei quali risale al sisma del 31 ottobre 1961 con epicentro vicino Capizzi (EN) con intensità 8 della scala MCS e magnitudo Mw 5.33. In quegli anni era attivo anche l’Etna con eruzioni varie dal cratere di nord-est.
Terremoto magnitudo ML3.5 a Blufi (PA)
Un terremoto di ML3.5 ad una profondità di 36km vicino Blufi e Bompietro (PA). Un caso abbastanza isolato in un territorio che ha sempre subito gli effetti di terremoti, violenti, avvenuti in altre zone come sui monti Nebrodi o sui Monti Madonie.
Sciame sismico vicino a Troina
Lo sciame sismico che sta destando più preoccupazione in questi giorni è sicuramente quello localizzato a Troina (EN).
La zona non è sismicamente molto attiva ed ha un Peak ground acceleration (PGA) compreso tra 0,100 e 0,125 come evidente nella Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale(INGV). Piuttosto è prossima a zone sismicamente attive e, in particolare, al vulcano Etna.
Lo sciame di Troina si è attivato prima dell’inizio dell’eruzione dell’Etna, ossia il 18 aprile 2020 con un sisma ML 2.2 fino ad arrivare al terremoto oggi 25 aprile 2020:
18/04/2020 : ML2.4
20/04/2020 : ML2.1
23/04/2020 : ML3.0
23/04/2020 : ML2.7
23/04/2020 : ML2.1
23/04/2020 : ML2.3
23/04/2020 : ML2.3
23/04/2020 : ML2.2
24/04/2020 : ML2.4
24/04/2020 : ML2.0
25/04/2020 : ML3.2
25/04/2020 : ML2.4
25/04/2020 : ML3.5
25/04/2020 : ML2.6
Sovrapponendo le zone sismogeniche DISS.3 della Sicilia con i terremoti con magnitudo maggiore a ML3.0 si nota che la zona più attiva è proprio quella di Troina e Blufi-Bompietro. Tutti i terremoti dello sciame hanno la stessa caratterizzazione: una profondità prossima ai 30 km.
Questo può avere una molteplicità di interpretazioni. La prima, più ovvia, legata all’attività stromboliana dell’Etna. Come dimostra anche la storicità del terremoto dei Monti Nebrodi del 1961. La seconda ad un accumulo di energia nella parte meridionale dell’isola.
Il silenzio sismico della faglia Catania-Gela-Agrigento
A nord della Sicilia l’attività sismica della zona sismogenica “Southern Tyrrhenian” non è assente. Ciò è dimostrato da una serie di terremoti nel recente passato.
Provando a sovrapporre la mappa DISS.3 delle Zone sismogeniche italiane con gli ultimi terremoti con magnitudo ML>3.0 degli ultimi 365 giorni invece si scoprono cose molte interessanti.
Si nota un “silenzio” sismico importante in tutta la Zona sismogenica Castelvetrano-Gela e un solo sisma maggiore a ML3.0 a Ramacca il 20 gennaio 2020 (sulla zona sismogenica Gela-Catania) negli ultimi 365 giorni.
Silenzio sismico che è ancora più assordante con un solo sisma Mw4.2 a Palazzolo Acreide (SR) l’8 febbraio 2016 con periodo di studio dal 1985 ad oggi!
La zona sismogenica che unisce l’asse Catania-Gela-Agrigento si sta caricando? Queste zone, capaci di magnitudo ML6.0, potrebbero essere scenario di futuri e prossimi terremoti?
Non possiamo sapere se e quando ci sarà il prossimo terremoto in Sicilia ma di sicuro sappiamo che ci sarà un nuovo forte terremoto nell’isola.
In un periodo dove tutti sono incentrati sui sintomi influenza da coronavirus, prendere coscienza di ciò può salvare molte vite. Mirare ad un accrescimento della cultura del terremoto (earthquake culture). Prepararsi ad un possibile terremoto nei propri territori, adottando metodologie atte ad aumentare la sicurezza in caso di sisma.
Sisma ML 2.8 magnitudo avvertito vicino a Fabriano (AN)
Sisma ML 2.8 magnitudo avvertito vicino a Fabriano (AN). Risveglio agitato per gli abitanti della zona di Fabriano. Distintamente avvertito dalla popolazione locale. Alle ore 07:46 il servizio sismico nazionale ha rilevato un terremoto di magnitudo L2.8 alla profondità di 7,7km con epicentro localizzato su Cerreto D’Esi.
Il rivelato terremoto ha subito dato il suo feedback individuando la zona in corrispondenza di Fabriano, Cerreto D’Esi, Serra San Quirico e Sassoferrato.
Subito dopo, tenendo presente la tempistica di lavorazione di INGV, la rete ha ufficializzato l’intensità del terremoto.
La procedura dell’Istituto Nazionale Geologia e Vulcanologia impiega di media tra i 15 e i 30 minuti per la pubblicazione dei dati: qui è descritto come fa.
Prevenzione terremoto: i setti passi che ti salvano la vita
E’ di fondamentale importanza lavorare sulla prevenzione del terremoto, attuando tecniche e comportamenti atti alla diminuzione degli effetti legati ad un sisma distruttivo. Sette semplici passi che aumentano la sicurezza per la tua famiglia in caso di terremoto.
Nelle zone così sismicamente attive bisogna cominciare a mettere in atto azioni semplici in grado di salvarci la vita, come fissare i mobili alle pareti e togliere gli oggetti pesanti dai ripiani più alti.
Terremoto M3.7 vicino Pavia domenica 19 aprile 2020
Terremoto M3.7 vicino Pavia domenica 19 aprile 2020. Un terremoto di magnitudo ML 3.7 è avvenuto nella zona ad 1 km ad est di Montalto Pavese (PV) ad una profondità di 32 km.
Il terremoto è stato localizzato dalla Sala Sismica INGV di Roma.
Il sisma è stata avvertito nelle aree prossime all’epicentro ossia Pavia, Broni, Voghera e Tortona. I dati direttamente dal sito Hai sentito il terremoto dal quale è tratta l’immagine sottostante.
L’area è sismicamente inquadrabile nella zona sismogenica relativa la faglia “Rivanazzano-Stradella” definita da DISS.3 “Database of Individual Seismogenic Sources”.
Stranamente si nota che il terremoto odierno è avvenuto a 32 km di pronfondità mentre la faglia citata ha una profondità attesa di 8km.
E’ di fondamentale importanza lavorare sempre sulla prevenzione del terremoto, attuando tecniche e comportamenti atti alla diminuzione degli effetti legati ad un sisma distruttivo. Sette semplici passi che aumentano la sicurezza per la tua famiglia in caso di terremoto.