Prevenzione terremoto: arriva grande esempio dal Veneto

Arriva dal veneto un grande esempio sulla prevenzione dal terremoto.

Come più volte sottolineato da noi di Prevenzioneterremoto.it, prevenire un terremoto significa mettere in atto tutte le pratiche che servono a limitarne i danni. In Italia manca una vera e propria cultura del terremoto che spesso si vive pensando più che sia legato alla religione che invece ad aspetti geologici normalissimi e conosciuti.

Veneto: simulazione di un sisma 4.8 ritcher per esercitare i volontari

La terra trema a Valdobbiadene ma, fortunatamente, si tratterà solo di una simulazione: da venerdì 8 a domenica 10 novembre si svolgerà l’esercitazione della Protezione civile del VenetoTerre in movimento“.

Un terremoto di magnitudo 4.8 con epicentro nel Comune di Valdobbiadene sarà simulato per far esercitare i volontari sulle misure da adottare in caso di una vera emergenza terremoto. Coinvolti, oltre alle strutture regionali di Protezione Civile, diverse associazioni di volontari, quattordici comuni, Prefetture di Belluno e Treviso, vigili del fuoco, Suem118 e altri enti territoriali. Sabato 9 novembre alle ore 12, presso il Coc di Valdobbiadene, aperto in municipio sarà presente l’assessore regionale alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin e altre autorità.

A riportare la notizia numerose fonti di informazione, come Trevisotoday.it, qdpnews.it.

Si possono prevedere i terremoti?

Sicuramente i terremoti non si possono prevedere ma si devono prevenire.

Nonostante non possiamo sapere quando colpirà sicuramente sappiamo dove!

L’Italia è un paese a elevata sismicità. Infatti è situata al margine di convergenza tra due grandi placche, ossia quella africana e quella euro-asiatica. Il movimento tra queste due placche causa l’accumulo di energia e deformazione che occasionalmente vengono rilasciati sotto forma di terremoti di varia entità. Terremoti costanti, quotidiani, sia dove la pericolosità sismica è ai massimi livelli (Campi Flegrei, Amatrice, L’Aquila) sia dove non te li aspetteresti, come Roma o Vasanello.

Prevenzione Terremoto si pone l’obiettivo di fornire i consigli necessari soprattutto ad essere pronto in caso di sisma. Visto che non si può prevedere quando ci sarà il prossimo terremoto è particolarmente importante farsi trovare preparati specialmente nelle zone dove è certo che ci sarà un terremoto!

Informarsi e seguire i sette passi della sicurezza antisismica sono la base di partenza per un futuro più consapevole.

Vivi in zona sismica? Le regole che ti salveranno la vita

Vivi in zona sismica? Le regole che ti salveranno la vita!

Tutta la catena appenninica che, partendo dall’Emilia-Romagna, attraversa da Nord a Sud l’Italia fino ad arrivare in Sicilia è stata fortemente colpita, nel corso dei secoli, da altri eventi sismici. Proprio in queste località è normale attendersi un nuovo evento sismico. Un evento sismico a Cagliari è altamente improbabile. Un terremoto a L’Aquila, a Messina, nella zona dell’Irpinia oppure a Catania è invece certo.

Come posso prepararmi ad un terremoto?

Noi di Prevenzione Terremoto, sulla base di quanto fatto in altri paesi altamente sismici (come la California o il Giappone) diamo semplici indicazioni che possono salvarti la vita in caso di forte sisma. Se vivi in una zona ad alto potenziale sismico. Qui il link diretto.

1.Proteggi il tuo spazio – Proteggi il tuo spazio fissando i mobili alle pareti, togliendo gli oggetti pesanti dai ripiani in alto. Spesso si sottovalutano i pericoli che mobili ed oggetti pesanti costituiscono durante un forte sisma. Guarda il video per capire.  Se non sei sicuro, fatti fare una perizia tecnica di casa tua da un ingegnere. Segui i consigli per diminuire il rischio sismico nella propria casa.

2.Crea un piano di emergenza – Pianifica la sicurezza creando un piano di emergenza. Coordinati con i tuoi familiari in modo che tutti sappiano dove ritrovarsi (ad esempio un luogo pubblico conosciuto) dopo un evento catastrofico. Ognuno ha l’obbligo di portarsi in questo punto prestabilito per ricostruire il nucleo familiare.

3.Organizza i materiali di emergenza – Crea facili ed economici ZAINI SALVAVITA. Posizionali dentro casa in luoghi comodi e conosciuti. Ad esempio uno sotto ad ogni letto. Se la tua casa crolla durante un terremoto c’è l’eventualità che i soccorritori impieghino diverse ore a raggiungerti. Potresti aver modo di raggiungere lo zaino che ti permetterà di sopravvivere. Lo zaino deve contenere le cose necessarie a RESISTERE ALMENO 72 ORE sotto le macerie: una bottiglia di acqua minerale, 3 barrette di cereali, occhiali e mascherina contro la polvere, un paio di guanti, un fischietto e una torcia con delle batterie.

4.Ridurre al minimo le difficoltà finanziarie – Riduci al minimo le difficoltà finanziarie organizzando documenti importanti (magari scansionandoli e salvandoli in servizi Cloud), migliorando il comportamento sismico della tua abitazione e prendendo in considerazione un’assicurazione.

5.Accucciati, copriti e resisti – Accucciati in terra, proteggiti e tieni duro quando la terra trema. Segui le indicazioni di questo video.

6.Migliorare la sicurezza – Migliorare la sicurezza dopo i terremoti evacuando l’abitazione, aiutando i feriti e prevenendo ulteriori danni.

7.Riconnetti e ripristina – Ripristina la vita quotidiana ricollegandoti con gli altri, riparando i danni e ricostruendo la comunità. Sperando nelle Istituzioni……

 

Terremoto Roma: scossa 3.3 a Fonte Nuova

Terremoto Roma: scossa 3.3 a Fonte Nuova

Terremoto Roma: scossa 3.3 a Fonte Nuova. Sisma alle ore 5:03 con epicentro a Fonte Nuova con una magnitudo di 3.3. Il sisma ha avuto ipocentro ad una profondità di 10 km.

Il terremoto è stato nettamente avvertito in tutta Roma e molti sono scesi in strada. Le zone più colpite Tivoli e Guidonia dove le persone hanno chiamato le forse dell’ordine.

Il sisma è stato preceduto da un boato.

La zona non è sismicamente molto pericolosa. Qui è evidenziato che è attesa una accelerazione massima del suolo tra 0,125 e 0,150 g.

Non sono presenti strutture sismogeniche conosciute se non la faglia dei Castelli Romani.

Terremoto a Roma: gli altri episodi del passato

Studiando la zona si scopre che dall’anno 1000 ad oggi ci sono stati altri 3 terremoti importanti.

Dai dati INGV si vede che, oltre la zona della faglia dei Castelli Romani, anche Roma e dintorni ha avuto terremoti con magnitudo tra 5.0 e 5.4.

La zona nei giorni precedenti ha registrato terremoti strumentali non avvertiti dalla popolazione.

Molta paura quindi per un territorio non propriamente preparato ad un sisma. Nessuna preoccupazione di troppo e sempre concentrati sui sette passi della sicurezza contro i terremoti.

Ultim’ora: scossa di terremoto 3.3 zona Ascoli Piceno

Ultim’ora: scossa di terremoto 3.3 zona Ascoli Piceno

Ultim’ora: scossa di terremoto 3.3 zona Ascoli Piceno. Stanno arrivando informazioni di una scossa di terremoto avvertita nella zona di Ascoli Piceno. 

Ore 13:31 con  epicentro sempre Amandola, lo stesso del terremoto di magnitudo 3.6 in data 5 maggio 2020. Profondità 10 km.

Non si hanno ancora notizie riguardo la percezione di un eventuale boato negli attimi precedenti il sisma.

sisma terrore

Massima attenzione a farsi trovare preparati ad un sisma seguendo delle semplici regole della sicurezza che possono salvarti la vita. Leggi qui cosa devi fare in caso di sisma.

Creta e i suoi terremoti: il posto più pericoloso d’Europa

Creta e i suoi terremoti: il posto più pericoloso d’Europa

Creta e i suoi terremoti: il posto più pericoloso d’Europa. L’isola si trova a circa 95 km dalle coste della Grecia continentale. E’ circondata da tantissime isole minori e isolotti, tra cui Gozzo, il punto più meridionale dell’Europa fisica.

Il suo nome, Creta, deriva dalla presenza di una grandissima quantità di creta (o argilla), materiale con cui gli abitanti in passato costruivano utensili e vasi. 

Un piccolo paradiso terrestre che in realtà è probabilmente il posto più pericoloso d’Europa.

I più forti terremoti che la storia sismica europea ricordi hanno colpito Creta! Un luogo sismicamente fatale con una potenza sismica che si può scatenare in ogni momento capace di magnitudo elevatissime.

Basti pensare che nella lista dei cinque terremoti più forti di sempre in Europa….ben tre hanno colpito Creta:

  • 8.8 Lisbona-Portogallo (01/11/1755 +Tsunami – 80’000 vittime) – Portogallo
  • 8.5 Creta (21/07/365 +Tsunami 60’000 vittime) – Grecia
  • 8.0 Creta (08/08/1303 +Tsunami) – Grecia
  • 7.5 Creta (16/02/1810 +Tsunami) – Grecia
  • 7.9 Vrancea 26/10/1802 – Romania

Da milioni di anni il Mediterraneo è sede dello scontro tettonico tra la placca europea e quella africana che nel mar Egeo va in subduzione (ossia si immerge) al di sotto della cosiddetta microplacca Egea. Questo accade lungo il cosiddetto “arco ellenico”, un vero e proprio piano di subduzione.

I terremoti più forti di sempre ad aver colpito la Grecia

Creta e Giappone: stessa causa alla base del sisma?

Creta e Giappone: stessa causa alla base del sisma?

Creta e Giappone: stessa causa alla base del sisma? L’isola di Creta prende il nome dall’argilla che è presente nel sottosuolo. Interessante scoprire come lo stesso materiale sia stato la causa del tremendo sisma che sconvolse il Giappone l’11 marzo del 2011. Per capire l’origine di quel drammatico sisma che generò una magnitudo M9.0 fu avviato uno studio che riuscì a fare carotaggi in profondità proprio sulla faglia. Gli studiosi scoprirono, tra le altre cose, che la stratigrafia del terreno della faglia giapponese conteneva una grandissima quantità di…argilla! “Si tratta dell’argilla più scivolosa che si possa immaginare”, ha detto Christie Rowe, della McGill University a Montreal, in Canada, coautrice dello studio. “Al tatto, è del tutto simile a un lubrificante.”

Che ci sia una relazione? Entrambe le zone sono di subduzione…ed entrambe ricche di argilla.

Creta: zona di subduzione e terremoti di megathrust

Creta si trova proprio sopra la zona di subduzione dove la placca africana si incunea sotto quella euroasiatica sotto al Mar Egeo: il cosiddetto “arco ellenico”. I terremoti di megathrust si verificano proprio nelle zone di subduzione ai confini distruttivi della placca convergente, dove una placca tettonica è forzata sotto l’altra, causata dallo slittamento lungo la faglia di spinta che forma il contatto tra di loro. Questi terremoti interplati sono i più potenti del pianeta, con magnitudini momento (Mw) che possono superare 9,0. Nessun altro tipo di attività tettonica di origine terrestre ha prodotto terremoti di questa portata.

Molto interessanti le ricostruzioni di Iris.edu che ha ricostruito il generarsi del terremoto (e tsunami) in caso di subduzione.

Ennesima dimostrazione che oramai sappiamo perfettamente dove un sisma colpirà. Possiamo attenderci anche la magnitudo che sarà in grado di raggiungere. Abbiamo quindi il dovere di lavorare a piccoli passi sulla “earthquake culture” (cultura del terremoto) per prevenire i danni da esso provocati ed evitare vittime.

Il boato che precede il terremoto

sisma terrore

Il boato che precede il terremoto è uno degli aspetti scientifici che più terrorizza. Cosa si nasconde dietro il sinistro rumore che spesso anticipa la devastazione?

Ogni terremoto ha una propria storia sismica che lo ha generato e effetti macrosismici unici. 

Molte caratteristiche però si ripetono sempre. Sicuramente una delle caratteristiche più spaventose, anche da ricordare, è il rumore del terremoto

Il rumore che precede un terremoto non è sempre uguale e molto dipende dal grado di impressionabilità di chi lo vive per poi raccontarlo. 

A volte è percepito come un rombo, a volte come un cupo boato altre volte come uno schiocco. 

Scientificamente il boato è causato dalle onde P, le più veloci generate dal terremoto, che si propagano dall’ipocentro in ogni direzione. Le onde P anticipano di qualche secondo, in funzione della magnitudo e della distanza, l’arrivo delle onde S che scuotono il terreno e sono le principali cause di distruzione. In Giappone si usa la velocità delle onde P per inviare un allarme automatico per avvertire la popolazione dell’arrivo di un sisma.

Quando le onde primarie P dall’ipocentro raggiungono la superficie del suolo, quest’ultimo si comporta come una cassa di risonanza facendo a sua volta vibrare l’aria che ne è in contatto. 

La vibrazione del terremoto quindi ha ora due componenti: le vibrazioni che si propagano nel suolo e quelle nell’aria.

Queste ultime, viaggiando mediamente più velocemente di quelle del suolo, raggiungono prima l’orecchio della persona che le percepisce come il rumore del terremoto. Che poi arriva subito dopo.  

Esempi storici di “boati” che hanno generato i terremoti

In rete troviamo tantissime registrazioni audio che raccontano il rumore del terremoto.

Questa ricostruzione audio ci racconta il grande sisma Mw9.0 del Giappone, nel 2011. Incredibile come si uniscono bene prima le onde P poi le onde S:

Oppure un esempio italiano con la percezione del terremoto a Porto San Giorgio il 30 ottobre 2016:

Tornando indietro negli anni, la registrazione del rumore del terremoto dell’Irpinia del 1980:

La percezione sonora del terremoto

A far chiarezza scientifica è un’interessante studio chiamato “Earthquake sound perception” di Patrizia Tosi, Paola Sbarra e Valerio De Rubeis pubblicato su AGU

Dallo studio emerge che il suono è un effetto prodotto da quasi tutti i terremoti. Utilizzando un questionario basato sul web sugli effetti dei terremoti che includeva domande relative al suono sismico, si sono raccolte 77.000 risposte per i recenti terremoti superficiali italiani. Un’analisi dell’attenuazione dell’udibilità ha indicato che la diminuzione della percentuale di intervistati che ascolta il suono era proporzionale al logaritmo della distanza epicentrale e dipendente linearmente dall’entità del terremoto, in conformità con il comportamento dello spostamento del suolo. 

Il suono è uno degli effetti più comuni riportati durante o immediatamente prima dell’inizio delle vibrazioni del suolo causate dai terremoti. In alcuni casi è stato registrato su nastro, aggiungendo prove per frequenze superiori a 20 Hz poiché la risposta del registratore a nastro scende di solito rapidamente al di sotto di tale valore.

Inoltre, è importante considerare i fattori che influenzano la propagazione del suono nello strato affiorante; come altri come la pressione, le variazioni di temperatura e il vento che influenza la propagazione del suono in tutta l’atmosfera. Altre fonti significative di rumore, in particolare nelle aree urbane, sono oggetti i cui movimenti sono amplificati dall’effetto di superficie libera e dalle loro interazioni non lineari. Inoltre, nelle aree urbane la percezione del suono sismico può essere disturbata dal rumore antropico. Tuttavia, questo aspetto del fenomeno sismico non deve essere trascurato. In effetti, sebbene il suono del terremoto non causi danni, può provocare paura e creare panico.

Perchè gli animali possono sentire prima l’arrivo del terremoto

Dai dati sismometrici sappiamo che i terremoti generalmente irradiano onde sismiche principalmente nella gamma di frequenze da 0,01 a 10 Hz, anche se possono generare frequenze più elevate. Gli umani possono sentire le onde sonore principalmente nell’intervallo da 20 a 20.000 Hz. Il risultato è che solo le onde sismiche con l’intonazione più alta (principalmente) risiedono nell’intervallo di frequenze per l’intonazione udibile più bassa, come confermato dalle registrazioni del suono che accompagnano i piccoli terremoti che indicano che le frequenze dominanti erano nell’intervallo da 5 a 60 Hz. Il risultato spiega perché non tutte le persone nello stesso posto ascoltano suoni sismici e perché alcuni animali fuggono nella paura. Molto dipende dalla sensibilità di un organismo ai toni bassi.

L’udibilità del suono del terremoto quindi è un fenomeno complesso indissolubilmente correlato:

  1. alla fonte dell’evento (geometria, magnitudo, profondità, caduta statica e dinamica dello stress);
  2. al terreno (distanza della sorgente, geologia, struttura di attenuazione e topografia);
  3. all’aria (profilo di densità);
  4. alla presenza di oggetti (edifici e mobili);
  5. a fattori umani (soglia di udibilità e rumore antropico). 

 

Genova: suona la sirena per il varo dell’ultima campata del ponte

Genova: suona la sirena per il varo dell’ultima campata del ponte

Genova: suona la sirena per il varo dell’ultima campata del ponte. Portato in quota questa mattina l’ultimo pezzo dell’impalcato del cantiere più importante d’Italia. Il viadotto unisce nuovamente i due lati della Valpolcevera al posto del vecchio ponte Morandi, che era crollato il 14 agosto del 2018 causando ben 43 morti e molti feriti. Ennesimo tragico esempio di una prevenzione che non funziona, di una sicurezza sempre più spesso messa da parte.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parla di una “giornata speciale”, “una ferita sanata” e ribadisce: “lo stato non ha mai abbandonato Genova”.

Il viadotto, il cui impalcato è realizzato interamente in acciaio, è lungo 1067 metri ed è composto da 19 campate poste a 40 metri di altezza sorrette da 18 piloni.

Renzo Piano, il senatore archistar che lo ha progettato: “Non è una festa ma è un lavoro che si completa con grande orgoglio“.  

#pontedigenova – Conte: “Una luce che dà speranza all’Italia intera”

“Genova ci insegna a ripartire insieme“, sono state le parole di Conte – non ci fermeremo ad additare nemici. Questa comunità ha saputo riprendere il cammino ed è una luce che dà speranza all’Italia intera”. Conte ha suonato il pulsante, qualche minuto dopo le dodici, che ha dato il via alle sirene del cantiere e a un lungo applauso.

Il timelapse del varo dell’ultima campata del Ponte di Genova

Incredibile ed emozionante il varo dell’ultima campata del Ponte di Genova direttamente dal canale Youtube de LaStampa.

Infrastrutture e viabilità italiana: a quando la prossima tragedia?

Senza dimenticare lo stato pietoso delle infrastrutture italiane, della recente tragedia sfiorata per il crollo del ponte di Albiano Magra e di tante criticità che purtroppo conosceremo nel prossimo, oscuro, futuro.

 

Pozzuoli: sciame sismico sopra il SuperVulcano

Pozzuoli: sciame sismico sopra il SuperVulcano

Pozzuoli: sciame sismico sopra il SuperVulcano. Alle 4:59 del 26 aprile 2020 scossa di terremoto di ML3.1 localizzata a Pozzuoli (NA) ad una profondità di 3 km. Un terremoto superficiale.

La scossa è stata chiaramente avvertita dalla popolazione del golfo di Pozzuoli.

E’ in corso uno sciame sismico che è iniziato ieri in occasione della Festa della Liberazione: 25 aprile 2020. Sciame sismico assolutamente modesto con terremoti non percettibili. In totale otto scosse di terremoto con quella da ML3.1 di picco di stamattina. 

Pozzuoli: lo sciame sismico deve preoccupare?

Osservando i dati dell’Istituto Nazione di Geologia e Vulcanologia verrebbe da dire che non c’è nessuna novità. La scossa di magnitudine ML3.1 registrata questa notte è la più “forte” dal 2019.

A Pozzuoli, dal 2019, sono stati registrati solo una decina di terremoti sopra magnitudo ML2.0. Vero è che tutti i sisma con ML maggiore di 2.0 sono avvenuti quest’anno come a dimostrare che qualcosa di nuovo stia accadendo. 

In realtà, fino ad ora e a meno di nuovi futuri eventi, la situazione appare essere del tutto normale considerando la natura dell’area.

Campi Flegrei: è iniziato un nuovo ciclo di caldera

Gli scienziati di tutto il mondo tengono sotto osservazione l’area dei campi Flegrei. Da sempre. 

Un recente studio apparso su Science Advances nel 2018 dichiarò che sta iniziando un nuovo ciclo di caldera. Nuova era geologica della caldera dei Campi Flegrei significa una imminente eruzione dalla camera magmatica che preoccupa tutto il mondo? 

I Campi Flegrei hanno avuto diverse eruzioni. 39000 e 15000 anni fa quelle più violente. L’ultima eruzione della zona avvenne nel 1538 e, anche se immensamente meno violenta delle precedenti, generò il Monte Novo.

Nel 2017 il vulcanologo Luca De Siena dimostrò che la camera magmatica si trova sotto Pozzuoli perché lo spessore delle rocce sottostanti la caldera ha fatto sfogare gli stress del magma lateralmente ad essa.

Il vulcanologo Luca De Siena

Per questo pericoloso vulcano manca un’esperienza diretta di quel che accade poco prima di un’eruzione, a differenza di altri vulcani che eruttano frequentemente, come l’Etna, facili da prevedere. Per vulcani quiescenti da secoli invece, è molto difficile trovare una strada che permetta di prevedere con un certo anticipo l’arrivo di un’eruzione. Solo quando si ha una forte sismicità, forti variazioni chimico/fisiche nei gas e un veloce sollevamento del suolo (come quello che si ebbe tra il 1983 e il 1984 e che portò all’evacuazione della città di Pozzuoli) si realizza che un’eruzione potrebbe essere imminente. Nel 1984 però, anche se il suolo si sollevava di 2,5mm al giorno, non avvenne nessuna eruzione. Da ciò si capisce che ancora siamo lontani dal prevedere la prossima eruzione

Campi Flegrei: cos’è il bradisismo

L’area dei Campi Flegrei è caratterizzata dal fenomeno del bradisismo, che consiste in un lento movimento di sollevamento e abbassamento del suolo. Sebbene il meccanismo del bradisismo non sia stato ancora completamente compreso, è opinione consolidata che le cause del fenomeno risiedano in variazioni del sistema vulcanico. L’aumento di temperatura e di pressione nelle rocce del sottosuolo determinano infatti il sollevamento dell’area secondo una geometria a “cupola” centrata sulla città di Pozzuoli.

E’ bene precisare che una crisi bradisismica non segnala necessariamente l’approssimarsi di un’eruzione. Tuttavia è in grado, anche da sola, di causare danni agli edifici e disagi alla popolazione.

L’evoluzione del bradisismo nel corso dei secoli è visibile vicino al porto di Pozzuoli sulle colonne del Serapeo, un mercato di epoca romana, inizialmente considerato tempio dedicato a Serapide. Su di esse si ritrovano i fori prodotti dai litodomi, un tipo di molluschi marini che vive in ambiente costiero intertidale, ovvero in una zona del litorale che dipende dalle maree. La presenza dei litodomi testimonia il lento processo di abbassamento dell’area, iniziato in epoca successiva a quella romana.

Sebbene una crisi bradisismi non significhi imminente eruzione, gli effetti sismici di tale crisi possono generare situazioni di pericolo. Ogni abitante dell’area dei Campi Flegrei dovrebbe accrescere la sua earthquake culture con l’applicazione dei sette passi della sicurezza antisismica. E prepararsi per l’arrivo di un forte sisma. 

Specialmente perchè l’area di Pozzuoli appare essere del tutto impreparata all’arrivo di un forte sisma. Di certo la Protezione Civile ha individuato per Pozzuoli una immensa area rossa che, in caso di attività eruttiva, significherà evacuazione totale dell’area. 

Sciame sismico in Sicilia: bisogna preoccuparsi?

Sciame sismico in Sicilia: bisogna preoccuparsi?

Sciame sismico in Sicilia: bisogna preoccuparsi? Lo sciame è in corso da giorni e sta sviluppando terremoti sempre più forti. Sta colpendo zone diverse, da Enna a Bompietro a Troina.

Lo sciame è da considerarsi legato ai fenomeni eruttivi in atto sul vicino vulcano Etna oppure apre nuovi scenari sismici e pericoli futuri?

Il vulcano Etna, il più alto vulcano attivo della placca euroasiatica, sta mostrando una importante attività in queste settimane. Infatti dal 19 aprile 2020 nell’area del “cratere SEC”, spiegano i vulcanologi dell’Ingv di Catania, si evidenzia un’attività stromboliana accompagnata da intenso degassamento.

Nelle ultime ore però, all’attività eruttiva del vulcano, si sta accompagnando uno sciame sismico con il terremoto a Troina oggi, nel territorio dei mondi Nebrodi.

Troina, paesotto ai piedi dei monti Nebrodi, che oggi non è famosa in Italia solo come focolaio del coronavirus in Sicilia.

I monti Nebrodi sono stati investiti negli anni da diversi terremoti distruttivi. Il più recente dei quali risale al sisma del 31 ottobre 1961 con epicentro vicino Capizzi (EN) con intensità 8 della scala MCS e magnitudo Mw 5.33. In quegli anni era attivo anche l’Etna con eruzioni varie dal cratere di nord-est.

Terremoto magnitudo ML3.5 a Blufi (PA)

Un terremoto di ML3.5 ad una profondità di 36km vicino Blufi e Bompietro (PA). Un caso abbastanza isolato in un territorio che ha sempre subito gli effetti di terremoti, violenti, avvenuti in altre zone come sui monti Nebrodi o sui Monti Madonie.

Sciame sismico vicino a Troina

Lo sciame sismico che sta destando più preoccupazione in questi giorni è sicuramente quello localizzato a Troina (EN).

La zona non è sismicamente molto attiva ed ha un Peak ground acceleration (PGA) compreso tra 0,100 e 0,125 come evidente nella Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale(INGV). Piuttosto è prossima a zone sismicamente attive e, in particolare, al vulcano Etna.

Pericolosità sismica Troina (EN) - Fonte INGV
Pericolosità sismica Troina (EN) – Fonte INGV

Lo sciame di Troina si è attivato prima dell’inizio dell’eruzione dell’Etna, ossia il 18 aprile 2020 con un sisma ML 2.2 fino ad arrivare al terremoto oggi 25 aprile 2020:

  • 18/04/2020 : ML2.4
  • 20/04/2020 : ML2.1
  • 23/04/2020 : ML3.0
  • 23/04/2020 : ML2.7
  • 23/04/2020 : ML2.1
  • 23/04/2020 : ML2.3
  • 23/04/2020 : ML2.3
  • 23/04/2020 : ML2.2
  • 24/04/2020 : ML2.4
  • 24/04/2020 : ML2.0
  • 25/04/2020 : ML3.2
  • 25/04/2020 : ML2.4
  • 25/04/2020 : ML3.5
  • 25/04/2020 : ML2.6

Sovrapponendo le zone sismogeniche DISS.3 della Sicilia con i terremoti con magnitudo maggiore a ML3.0 si nota che la zona più attiva è proprio quella di Troina e Blufi-Bompietro. Tutti i terremoti dello sciame hanno la stessa caratterizzazione: una profondità prossima ai 30 km.

Questo può avere una molteplicità di interpretazioni. La prima, più ovvia, legata all’attività stromboliana dell’Etna. Come dimostra anche la storicità del terremoto dei Monti Nebrodi del 1961. La seconda ad un accumulo di energia nella parte meridionale dell’isola.

Il silenzio sismico della faglia Catania-Gela-Agrigento

A nord della Sicilia l’attività sismica della zona sismogenica “Southern Tyrrhenian” non è assente. Ciò è dimostrato da una serie di terremoti nel recente passato.

Provando a sovrapporre la mappa DISS.3 delle Zone sismogeniche italiane con gli ultimi terremoti con magnitudo ML>3.0 degli ultimi 365 giorni invece si scoprono cose molte interessanti.

Sovrapposizione DISS.3 con terremoti >3ML ultimi 365 giorni

Si nota un “silenzio” sismico importante in tutta la Zona sismogenica Castelvetrano-Gela e un solo sisma maggiore a ML3.0 a Ramacca il 20 gennaio 2020 (sulla zona sismogenica Gela-Catania) negli ultimi 365 giorni.

Silenzio sismico che è ancora più assordante con un solo sisma Mw4.2 a Palazzolo Acreide (SR) l’8 febbraio 2016 con periodo di studio dal 1985 ad oggi!

La zona sismogenica che unisce l’asse Catania-Gela-Agrigento si sta caricando? Queste zone, capaci di magnitudo ML6.0, potrebbero essere scenario di futuri e prossimi terremoti?

Non possiamo sapere se e quando ci sarà il prossimo terremoto in Sicilia ma di sicuro sappiamo che ci sarà un nuovo forte terremoto nell’isola.

In un periodo dove tutti sono incentrati sui sintomi influenza da coronavirus, prendere coscienza di ciò può salvare molte vite. Mirare ad un accrescimento della cultura del terremoto (earthquake culture). Prepararsi ad un possibile terremoto nei propri territori, adottando metodologie atte ad aumentare la sicurezza in caso di sisma.