Campi Flegrei: cosa succederebbe se erutterebbero?

Ovviamente l’errore del titolo è voluto.

Ma l’errore macroscopico ha catturato la vostra attenzione!

Una recente ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Geophysical Research Letters (GRL), ha messo in luce che la super-eruzione della caldera dei Campi Flegrei avvenuta circa 40.000 anni fa, fu così violenta da aver giocato un ruolo importante nei processi demografici delle popolazioni paleolitiche delle regioni centrali e orientali del Mediterraneo, che potevano comprendere sia i Neanderthal che i primi sapiens moderni da poco arrivati dal continente africano.

Queste regioni sono state coperte da ceneri vulcaniche che nell’insieme sono note come “Ignimbrite Campana“. La ricerca, che si è basata su modelli matematici sostiene che questa eruzione potrebbe essere stata ancora più grande di quanto stimato in precedenza.

Come riporta il portale Focus, durante quella spaventosa eruzione sarebbero stati distribuiti in atmosfera fino a 450 milioni di chilogrammi di anidride solforosa, riducendo la temperatura di circa 1-2 °C per 2-3 anni. Inoltre le emissioni di anidride solforosa e cloruro di zolfo avrebbero innescato piogge acide e la cenere carica di fluoro sarebbe entrata nel ciclo vegetale inducendo effetti potenzialmente associati alla fluorosi, con danni a occhi, denti e organi interni, negli animali e nell’uomo.

Evacuazione in caso di eruzione

È pronto il piano di allontanamento della città di Napoli per il rischio eruzione ai Campi Flegrei. Si tratta di un piano diverso da quello speditivo per il rischio bradisismo che si sta vivendo attualmente. Il piano evacuazione riguarda l’eruzione, ovvero il caso estremo, quello che al momento non rientra negli scenari. Il piano speditivo, invece, riguarda il bradisismo, ovvero sollevamento del suolo e i relativi terremoti. Per entrambi occorre essere preparati e avere un iter da seguire.

Come riportato in questo articolo, l’evacuazione per il rischio vulcanico, in caso di emergenza dovrebbe coinvolgere nella sola città di Napoli 286.000 persone per un totale di 11 quartieri. A disposizione ci saranno 29 linee bus dell’Anm, con 500 autisti. Uno studio della Regione Campania ha previsto anche i numeri di coloro che dovrebbero avvalersi dell’esodo assistito ed essere, quindi, trasferiti nelle regioni gemellate, 143.000 napoletani, e quelli che, invece, provvederanno all’esodo autonomo, circa 200mila persone.

Sempre utile pensare a preparare uno zaino salvavita e a tenere a mente le regole della sicurezza contro i terremoti. La prevenzione può sempre salvarci la vita!

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