Terremoto in Friuli: si è attivata una nuova faglia?

Il sisma che ha colpito il Friuli ieri è il segno che si è attivata una nuova faglia?

L’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) ha infatti registrato una scossa di terremoto alle alle 14.51 del 13 gennaio. L’epicentro è Ampezzo, in provincia di Udine, e la profondità arriva a 8 chilometri. La scossa è stata avvertita anche a Cortina e a Tolmezzo. Non si hanno notizie certe di un eventuale boato che ha preceduto il terremoto anche se lo stesso è stato avvertito anche a Pordenone, Udine fino a Padova (fonte hsit.it). Non un megaquake quindi, ma un sisma che ha sicuramente lasciato il segno nella popolazione.

La zona colpita da terremoti molto potenti

Il Friuli è stato colpito, nei secoli, da terremoti molto distruttivi:

  • terremoto del 1976 – terremoto dell’Orcolat: 6.5 Ritcher – 990 morti
  • terremoto del 1928 – Carnia: 5.7 Ritcher – 11 morti
  • terremoto 1794 – Prealpi Friulane: 5.9 Ritcher – 4 morti

In particolare il terremoto del 1976 nasconde un reperto storico molto toccante. Abbiamo infatti già parlato dell’incredibile registrazione della voce del terremoto dell’Orcolat, ossia la registrazione del rumore generato dal sisma!

Si è attivata una nuova faglia?

Dallo studio delle mappe delle faglie attive (www.mapsism.com), come sotto rappresentato, si può vedere che l’epicentro non si trova propriamente su di una faglia attiva.

La zona epicentrale, vicino Ampezzo, si trova ad Ovest rispetto la faglia denominata “But-Chiarso” (capace di generare una magnitudine attesa di max 5.8 Ritcher) e a Nord rispetto la faglia denominata “Tramonti-Montemaggiore” (capace di generare una magnitudo attesa di max 6.2 Ritcher).

Il fatto che l’epicentro non sia localizzato esattamente su una faglia conosciuta potrebbe significare:

  1. Faglia sismica nascosta o non conosciuta: In alcune aree, le faglie o le zone di debolezza nella crosta terrestre potrebbero non essere state ancora identificate o mappate. Tali zone potrebbero produrre terremoti anche se non sono visibili sulla superficie.
  2. Faglia intraplacca: Anche all’interno di una placca tettonica, lontano dai margini dove si verificano i movimenti più evidenti, possono svilupparsi stress che causano terremoti. Questo tipo di terremoto si verifica meno frequentemente rispetto a quelli lungo i margini delle placche, ma è comunque possibile.
  3. Sismogenesi profonda: I terremoti possono anche originarsi a grandi profondità all’interno della Terra, dove le forze tettoniche agiscono su strutture geologiche che non sono direttamente visibili dalla superficie, ma che comunque possono scatenare scosse di terremoto.

In sintesi, mentre le faglie attive conosciute sono le aree più comuni in cui si verificano terremoti, le forze geologiche e tettoniche possono anche provocare terremoti in altre zone, anche lontano dalle faglie stesse.

L’importanza della prevenzione

Sicuramente i terremoti non si possono prevedere ma si devono prevenire.

Nonostante non possiamo sapere quando colpirà sicuramente sappiamo dove!

L’Italia è un paese a elevata sismicità. Infatti è situata al margine di convergenza tra due grandi placche, ossia quella africana e quella euro-asiatica. Il movimento tra queste due placche causa l’accumulo di energia e deformazione che occasionalmente vengono rilasciati sotto forma di terremoti di varia entità. Terremoti costanti, quotidiani, sia dove la pericolosità sismica è ai massimi livelli (Campi FlegreiAmatriceL’Aquila) sia dove non te li aspetteresti, come Roma o Vasanello.

Prevenzione Terremoto si pone l’obiettivo di fornire i consigli necessari soprattutto ad essere pronto in caso di sisma. Visto che non si può prevedere quando ci sarà il prossimo terremoto è particolarmente importante farsi trovare preparati specialmente nelle zone dove è certo che ci sarà un terremoto!

E’ più facile vivere un terremoto che vincere alla lotteria!

Informarsi e seguire i sette passi della sicurezza antisismica sono la base di partenza per un futuro più consapevole.

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